Il 1986 rappresenta per Aligi Sassu un anno di straordinaria intensità creativa ed espositiva, in cui si intrecciano importanti momenti di riconoscimento nazionale e nuove consacrazioni sul piano internazionale. L’artista partecipa a quattro prestigiose sedi espositive: a Palma di Mallorca, dove prosegue il suo dialogo con il contesto culturale spagnolo che lo aveva accolto fin dagli anni Sessanta; alla XI Quadriennale d’Arte di Roma, uno dei massimi appuntamenti dell’arte italiana contemporanea; alla Triennale di Milano, tempio del progetto visivo e architettonico italiano, e infine alla Casa del Mantegna di Mantova, sede carica di valore simbolico, che lo pone in dialogo ideale con la grande tradizione rinascimentale.
Ma il momento più rilevante dell’anno è forse rappresentato dal completamento delle centotredici tavole dedicate alla Divina Commedia, ciclo che segna uno dei vertici della produzione illustrativa di Sassu. In queste tavole, realizzate con un linguaggio pittorico intenso, drammatico e visionario, l’artista rilegge l’universo dantesco con un taglio personale e contemporaneo, accentuando la dimensione etica ed esistenziale del viaggio ultraterreno. Il valore universale di questa impresa viene riconosciuto anche sul piano internazionale: tre di queste tavole vengono acquisite dal Museo Puskin di Mosca, uno dei più importanti musei d’arte europea, a testimonianza del respiro culturale dell’opera e della sua capacità di trascendere i confini nazionali.
Sempre nel 1986, si tiene a Monaco di Baviera una grande mostra antologica, che raccoglie opere realizzate tra il 1927 e il 1985. Questo allestimento consente una lettura diacronica dell’evoluzione di Sassu, evidenziando la coerenza tematica e l’inesauribile tensione espressiva che caratterizzano il suo intero percorso artistico.
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