Nel 1964 si apre una nuova, fondamentale fase della produzione artistica di Aligi Sassu, segnando l’inizio del suo cosiddetto “periodo spagnolo”
L’acquisizione di una casa a Cala San Vicente, nella suggestiva cornice di Mallorca, segna non solo un trasferimento geografico, ma soprattutto un autentico rinnovamento creativo. È in questo contesto insulare, sospeso tra luce e natura mediterranea, che Sassu avvia quella che Dino Buzzati definì con felice intuizione la sua “seconda giovinezza”.
Mallorca si rivela per l’artista un luogo di rinnovata energia espressiva, un laboratorio visivo in cui si confronta con paesaggi intensamente carichi di luce e colore, capaci di evocare un’eco della sua precedente esperienza sarda, con la quale condividono la qualità di una luce mediterranea vibrante e quasi tattile. In questa nuova stagione artistica emergono con forza due nuclei tematici di primaria importanza: le Tauromachie e i paesaggi isolani. Le prime, già presenti in modo sporadico nella sua produzione, assumono qui una dimensione più complessa e drammatica, incarnando il dramma eterno della lotta tra uomo e animale, una metafora esistenziale che Sassu rilegge con profondità e intensità rinnovate.
Parallelamente, i paesaggi di Mallorca, con le loro cromie brillanti e i contrasti forti tra terra e mare, diventano motivo di indagine visiva e poetica. L’artista riesce a cogliere con sensibilità nuova la vitalità e la luminosità di questi scenari, restituendoli attraverso una pennellata che si fa più sciolta, quasi vibrante, in grado di trasmettere l’essenza stessa del luogo.
All’interno di questo fertile clima creativo, Sassu rivisita e approfondisce anche le tematiche mitologiche, già da tempo presenti nel suo immaginario. Il mito si configura nuovamente come una chiave interpretativa dell’umano, ma la sua rielaborazione assume una freschezza insolita, nutrita dalla nuova esperienza mediterranea e dal confronto con una cultura che, nella sua stratificazione storica, richiama i grandi archetipi della classicità.
Un elemento tecnico-innovativo, non meno significativo, caratterizza questo periodo: l’ingresso nella pratica dell’acrilico, un medium che gli consente di ottenere colori più saturi, vibranti e luminosi rispetto alle tradizionali tecniche ad olio. L’acrilico diventa così uno strumento essenziale per tradurre la qualità luminosa di Mallorca, un dettaglio non secondario per un artista così attento alla relazione tra colore e luce. Questa nuova tecnica amplia il lessico espressivo di Sassu, permettendogli di sperimentare soluzioni cromatiche che amplificano la carica emotiva e simbolica delle sue opere.
Il soggiorno a Mallorca, quindi, non è mera residenza, ma un vero e proprio spartiacque nella vicenda artistica di Sassu, che si riflette in una produzione più libera e intensamente meditata, capace di coniugare continuità e innovazione. Come una seconda Sardegna, l’isola ispagnola entra nella sua pittura come un elemento vivificante, che rinnova lo sguardo e arricchisce il suo patrimonio visivo e tematico con nuove forme di vitalità mediterranea.
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