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Sassu incontra De Chirico

Due visioni del mito a confronto
L’incontro tra Aligi Sassu e Giorgio de Chirico rappresenta uno snodo emblematico nella vita dell'artista, due poetiche profondamente diverse si toccano sul terreno comune del mito, della memoria e della riflessione sull’antico. Se De Chirico, con la pittura metafisica, aveva inaugurato una visione del mondo classico come spazio immobile, sospeso nel tempo, Sassu ne recupera la vitalità originaria, proiettando il mito nel grembo della materia, del corpo e della storia.
Quando Sassu si confronta con De Chirico, non aderisce a un’estetica della nostalgia o del silenzio, ma al contrario rilancia il mito come principio attivo, come forza generatrice di forme e immagini ancora capaci di parlare al presente. Se De Chirico evoca l’antichità come enigma, Sassu la trasfigura in gesto, colore, dinamismo. Nelle sue figure virili, nei cavalli lanciati al galoppo, nei corpi modellati dal sole mediterraneo, il mito non è più un ricordo congelato ma una presenza bruciante, viva, radicata nella carne della pittura.
E tuttavia, l’incontro con De Chirico, anche nella distanza, segna per Sassu una riflessione più profonda sulla funzione dell’artista come mediatore tra passato e presente, tra visione e storia. I loro percorsi divergono per stile e finalità, ma condividono la consapevolezza che l’arte non può prescindere da un dialogo con l’origine, e che il linguaggio figurativo resta uno dei luoghi privilegiati in cui si gioca il destino della cultura europea.