Paesaggio, 1934

Olio su tela
cm 98 x 77
Nei paesaggi urbani la trama delle vie disegna le storie degli uomini: nei paesaggi montani invece Sassu rivela il luogo di un’apparizione attesa. Sono due distinte visuali ideali, che potremmo definire narrativa e descrittivo-evocativa. Superata la necessità di una messa a fuoco del primigenio reticolo formale, Sassu rivisita la tradizione paesaggistica lombarda mantenendo un’impaginazione classica in cui inserisce però il fattore mutante di uno slittamento, nel senso di una vibrante accentuazione fauve, della scala colore. L’amore, sempre nutrito, per i grandi coloristi veneti, Tintoretto e Veronese, ha trovato nelle opere di Delacroix, di Courbet e di Renoir, attentamente studiate in occasione di un lungo soggiorno dell’artista a Parigi, il modo di saldarsi alla sostanza di un’immagine che Sassu arricchisce degli apporti della più avanzata ricerca figurativa europea.
Bibliografia
  • A. Negri, C. Pirovano, Sassu. Catalogo generale della pittura vol. I 1926-1962. Milano. Electa, 2011-2012, p. 155, n. 18
  • R. De Grada, Sassu Realista 1932-1944. Fondazione Aligi Sassu e Helenita Olivares, 2003, p. 41, n. 12
  • R. Chiappini, Fondazione Aligi Sassu - Opere d’arte della Città di Lugano Fondazione Aligi Sassu e Helenita Olivares. Città di Lugano, 1997, p. 64, n. 116
  • G. Mascherpa, Sassu il paesaggio. Verbania - Ancona - Argenta - Torino. Vangelista, 1988n. 36
  • R. Margonari, R. Modesti, Il chiarismo lombardo. Milano - Mantova, 1986, p. 123
  • De Micheli, G. Bonini, A. Paglione, M. De Micheli, Sassu. Dipinti, ceramiche, sculture, murali dal 1927 al 1984. Milano. Electa, 1984, p. 62, n. 1.41
Esposizioni
  • Sassu a Palazzo Reale. Opere dal 1927 al 1984, Palazzo Reale, Milano, 1984
  • Sassu, il paesaggio, Galleria d’arte l’incontro, Ancona, 1988
  • Il chiarismo lombardo, Palazzo Bagatti Valsecchi - Casa del Mantegna, Milano - Mantova, 1986

Paesaggio, 1934

Olio su tela
cm 98 x 77
Nei paesaggi urbani la trama delle vie disegna le storie degli uomini: nei paesaggi montani invece Sassu rivela il luogo di un’apparizione attesa. Sono due distinte visuali ideali, che potremmo definire narrativa e descrittivo-evocativa. Superata la necessità di una messa a fuoco del primigenio reticolo formale, Sassu rivisita la tradizione paesaggistica lombarda mantenendo un’impaginazione classica in cui inserisce però il fattore mutante di uno slittamento, nel senso di una vibrante accentuazione fauve, della scala colore. L’amore, sempre nutrito, per i grandi coloristi veneti, Tintoretto e Veronese, ha trovato nelle opere di Delacroix, di Courbet e di Renoir, attentamente studiate in occasione di un lungo soggiorno dell’artista a Parigi, il modo di saldarsi alla sostanza di un’immagine che Sassu arricchisce degli apporti della più avanzata ricerca figurativa europea.
Bibliografia
  • A. Negri, C. Pirovano, Sassu. Catalogo generale della pittura vol. I 1926-1962. Milano. Electa, 2011-2012, p. 155, n. 18
  • R. De Grada, Sassu Realista 1932-1944. Fondazione Aligi Sassu e Helenita Olivares, 2003, p. 41, n. 12
  • R. Chiappini, Fondazione Aligi Sassu - Opere d’arte della Città di Lugano Fondazione Aligi Sassu e Helenita Olivares. Città di Lugano, 1997, p. 64, n. 116
  • G. Mascherpa, Sassu il paesaggio. Verbania - Ancona - Argenta - Torino. Vangelista, 1988n. 36
  • R. Margonari, R. Modesti, Il chiarismo lombardo. Milano - Mantova, 1986, p. 123
  • De Micheli, G. Bonini, A. Paglione, M. De Micheli, Sassu. Dipinti, ceramiche, sculture, murali dal 1927 al 1984. Milano. Electa, 1984, p. 62, n. 1.41
Esposizioni
  • Sassu a Palazzo Reale. Opere dal 1927 al 1984, Palazzo Reale, Milano, 1984
  • Sassu, il paesaggio, Galleria d’arte l’incontro, Ancona, 1988
  • Il chiarismo lombardo, Palazzo Bagatti Valsecchi - Casa del Mantegna, Milano - Mantova, 1986