“In fondo, invece della tranquillità di spirito io cerco l’azzardo; il vero titolo del mio quadro Giocatori di dadi è un verso di Mallarmé: "un coup de dés n’abolira jamais le hasard". La scena è immersa in una sospensione metafisica che non è quella dechirichiana: i giocatori scrutano il fato puntando il loro sguardo sull’osservatore. Centro ideale di questo dipinto, come di altri Giocatori di dadi riproposti insistentemente all’interno del ciclo degli Uomini rossi, è il tavolo da gioco. Sul tavolo convergono le diagonali formate dai corpi dei giocatori, che poggiano su un fondo a scacchiera che allarga il piano di gioco a quello dell’esperienza. Sassu esordisce con un segno fluido, che plasma nel colore forme non investigate, con modi che in rapida evoluzione assimilano echi sironiani, matissiani e morandiani.