Un giovane futurista italiano
L'opera è lo studio preparatorio di uno dei due dipinti – l’altro era
L’uomo che si abbevera alla sorgente – mandati da Sassu alla
Biennale di Venezia del 1928 ed esposti nella saletta del futurismo italiano. Pur potendosi considerare il risultato di maggior respiro della fase futurista, il quadro contiene gli elementi del nuovo indirizzo che l’artista sta per intraprendere. La pittura è tenue, delicatamente distesa, decisamente diversa dai colori piatti della pittura futurista della nuova generazione. Tende invece a un saldo possesso delle forme, sentito, da parte dell’artista, come continuazione del carattere più "classico" del modello di Boccioni.
"L' altro dipinto proposto da Sassu nella Biennale veneziana del 1928, Nudo plastico, data già a tale anno, ma sembra più consecutivo a un approfondimento dell'intenzionalità d'accenno volumetrico presente in L'uomo che si abbevera alla sorgente, che non inserito in quello svolgimento d'arricchimento del tessuto della stesura cromatica che si registra nella traiettoria ipotizzabile fra i dipinti innanzi considerati. Nudo plastico risale a studi del 1927 d'impianto ancora molto squadrato, meccanico-robotico, ma che nella traduzione pittorica -che pure complessivamente risulta di impianto chiaramente rispondente a prospettive d'"arte meccanica"- s'arricchisce d'una modulazione cromatica d'intenzione d'accenno volumetrico indubbiamente nuova."
Enrico Crispolti
(Sassu futurista 1927 -1929, a cura di E. Crispolti, A. Giglio, con la collaborazione di C. J. Sassu Suarez, Skira, 1999, Milano)
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