Nel 1985 Aligi Sassu colloca in Piazza del Tricolore a Milano il monumento dedicato alla Guardia di Finanza, intitolato Cielo, Terra e Mare. Non si tratta di un episodio isolato di celebrazione, ma di un intervento che riflette il linguaggio e le tensioni del suo tempo. Le colonne cilindriche in acciaio inossidabile, di altezze differenti, definiscono uno spazio verticale che si innalza come un fascio di segni geometrici, cui l’aquila stilizzata conferisce un valore simbolico immediato e riconoscibile. La vasca di base, con il movimento dell’acqua, introduce la dimensione naturale, quasi a riequilibrare la rigidità costruttiva delle forme.
Il monumento non cerca la retorica figurativa tradizionale, ma costruisce una sintassi astratta in cui i materiali industriali e il ritmo seriale delle colonne diventano metafora di una collettività disciplinata e vigile. L’inaugurazione nel quarantesimo anniversario della Liberazione lega l’opera a un preciso contesto civile: non tanto la celebrazione di un corpo militare, quanto la riaffermazione del ruolo delle istituzioni nella difesa della democrazia. In questo senso Sassu interpreta il monumento come funzione urbana: non semplice memoria, ma struttura di ordine e di misura, in cui l’arte si fa testimonianza concreta di valori collettivi.
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