L’opposizione politica al fascismo non poteva esaurirsi nella fronda intellettuale, ma doveva saldarsi alla lotta clandestina: questo credeva Sassu, che con questo intento nel 1935 aveva partecipato alla fondazione del "Gruppo Rosso". Negli stessi anni l’artista avverte che l’opposizione all’acquiescente astensione dai fatti della storia di Novecento non può basarsi solo su proponimenti formali, come per i Sei di Torino, ma deve investire i contenuti della pittura con ferma responsabilità storica, con “risentimento etico”. Se l’arte era “concreta fede e gioia della realtà” come insegnava Banfi, allora doveva esprimere anche la dolente realtà dell’oppressione fascista. Corrente rappresenterà appunto la fede in un ideale romantico dell’arte: etico e realista, proprio perché capace con la sua passionalità rivoluzionaria di travolgere e modificare la realtà. Nella livida atmosfera di Spagna 1937 è la coraggiosa denuncia di un delitto ormai consumato, ma che vuole tutti colpevoli, inerti testimoni.