Il dipinto, che ritrae il pugile Mario Bosisio, appartiene a una serie di primi e primissimi piani eseguiti da Sassu tra il ‘30 e il ‘31, dominati tutti da un’assorta fissità, resa attraverso una linearità ancora di ispirazione primitivista, evidente nella schematica delimitazione dei volumi, esaltata dall’uso di sfondi monocromi a stesura piatta. Il bianco, in questo caso, funge da moderno fondo oro, ribaltando i consueti valori prospettici. La figurazione, benché fisionomicamente connotata, rifiuta i meandri dell’io: il Pugilatore è un moderno kouros, archetipo di una gioventù che mima lo scontro fatale nella sospensione temporale del ring.